Mi presento, sono la Dr.ssa Maria Rosaria Ranito, Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale.
La mia formazione è iniziata con la laurea triennale in scienze e tecniche psicologiche, la mia passione verso la clinica mi ha portata a conseguire la laurea magistrale in Psicologia Clinica all'Università di Bari.
Abilitata all'esercizio della Professione come Psicologa Clinica, con conseguente iscrizione all'Ordine degli Psicologi della Regione Puglia dal 2016.
Ho continuato la mia formazione con un Master Universitario di II livello presso l'Università "Aldo Moro" in Psicologia Giuridica.
Ho acquisito esperienza lavorando dal 2016 con l'utenza psichiatrica, e negli ultimi anni i miei passi nel mondo del lavoro hanno riguardato l'ambito della violenza collaborando con i centri antiviolenza come Psicologa CAM.
Durante gli anni di formazione e lavoro è cresciuta sempre più in me la passione, voglia e motivazione verso questa Professione, per questo ho conseguito il titolo di Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale presso l’AIPC di Bari.
La terapia cognitivo comportamentale (Cognitive-Behaviour Therapy, CBT), è attualmente considerata a livello internazionale uno dei più affidabili ed efficaci modelli per la comprensione ed il trattamento dei disturbi psicopatologici.
Tale approccio mostra una complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti evidenziando come i problemi emotivi siano in gran parte il prodotto di credenze disfunzionali che si mantengono nel tempo, a dispetto della sofferenza che il paziente sperimenta e delle possibilità ed opportunità di cambiarle, a causa dei meccanismi di mantenimento.
Ciò implica che non sarebbero gli eventi a creare e mantenere i problemi psicologici, emotivi e di comportamento, ma questi verrebbero piuttosto largamente influenzati dalle strutture e costruzioni cognitive dell’individuo.
Il mio compito sarà quello di creare una squadra attraverso l'alleanza terapeutica. Il primo scopo della terapia consiste nel creare uno spazio dove sarà possibile sentirsi liberi di raccontarsi senza il peso continuo del giudizio, accolto nel tuo dolore, sviluppando le capacità di non rimanere chiusi nella propria immagine del mondo, ma di cogliere e sintonizzarsi sull’esperienza e sui vissuti emotivi.